Verso Cartoceto

Prima non lo sai che insieme si formerà una guida interiore. Una guida nascente, intima, che si addentra nei luoghi della memoria, nei ricordi che sorvegliano il presente fino a custodirlo.
Grazie all’invito di Franca Mancinelli, amica e sorella proprio nel volersi custodire, vado a fotografare Cartoceto e la Madonna delle Grazie per accompagnare un suo articolo che verrà in seguito pubblicato. Il testo di Franca “Maria, verso Cartoceto” mi guida dentro l’esposizione alla luce del primo pomeriggio, dove le case, tutte insieme, chiedono una distanza per essere viste, anch’esse in un insieme; insieme alla terra su cui sono state costruite. Cerco una prospettiva. La trovo risalendo il versante della collina di fronte a Cartoceto. Chi si espone a chi? Ciò che nella fotografia non si vede è ciò che c’è. Dai bordi fuori immagine, il paesaggio si apre e suggerisce. Chi guarda, chi fotografa in questo caso, diventa suggeritore e nei limiti del suo sguardo accompagna nell’intimità dell’invisibile.
La Madonna delle grazie, nel santuario a Lei dedicato che la custodisce nella penombra delle luci spente,si rivela. Solo lo scintillio di piccole candele fa intravvedere un bambino tenuto in braccio da una donna. Madre e figlio, la molecola generatrice. Li fotografo con l’imbarazzo di interrompere un’intimità, di rompere i confini di una protezione. Di nuovo, chi si espone a chi? Siamo in tre: la Madonna, il bambino e io. Faccio pochi scatti, il senso di invasione è forte eppure in quell’abbraccio lo sono anche io, abbracciata, anche se non si vede.
Grazie a Franca per l’invito e l’amicizia stretta, a John Taylor per averci ospitate nella rivista Fortnightly Review.

Qui l’articolo, “Maria, verso Cartoceto”.  http://fortnightlyreview.co.uk/2018/12/maria-cartoceto/?fbclid=IwAR1V7Md3SWzc_cdwSPFviXXl5xbzR-E_VophtiTjPe4ijPR9pu2CC82-d_c