Al mio Professore, una lettera

Professore Giancarlo Gori

Che la poesia potesse diventare il luogo elettivo della mia esistenza, non sono bastati gli anni del liceo per comprenderlo, così convulsi e spietati. Liceo e adolescenza fanno rima.

Nemmeno le città venute dopo, Padova Siena e Torino, in cui la scatenata inquietudine varcava soglie universitarie come uscire di casa per entrare nel mondo delle cose, stabilivano un rapporto fermo, un tempo necessario per radicare il senso stabile del futuro. Futuro e inquietudine fanno rima.

Gestare un corpo nel mio lo ha ulteriormente frammentato, scoprendo che il già fratturato poteva frazionarsi ancora e ancora e a dare alla luce si diventa piccolissimi e sospesi, incapaci e straordinariamente figli dell’inesperienza a vita. Come poteva radicarsi la poesia in tanto smarrimento?

Ciò che è venuto dopo, solo all’apparenza aggiungeva terreno ai passi, mostrando solo a posteriori, ogni volta, che proseguire è sottrazione. Crescere e perdita fanno rima.

Donarle Prima di partire, il primo libro, come si mostra a un punto di riferimento un proprio frutto, ha aperto una pagina bianca sul passato prossimo e il futuro delle cose già accadute “Sapevo che saresti diventata poetessa.” Essere riconosciuti e comprensione fanno rima.

L’alba si sta dissolvendo in luce e mi ero ripromessa di scriverle dentro il buio, in quella nicchia di promesse e incertezza, in quello spazio, lo stesso di allora tra i banchi, che grazie a Lei non ho mai rinnegato.

Cosa fa di un professore un bravo professore, le conoscenze e la trasmissione sono capisaldi, ma cosa fa di un professore un professore eccezionale e quindi raro (rarissimo) è un patto mai stabilito a voce tra una vastità -la sua- e l’essere stati visti e protetti attraverso la Letteratura appassionata e compassionevole. Archeologo dell’umano, capace di vedere quali foglie verranno alla luce da una radice nel buio. Sapiente mano che apre una fenditura non rimarginabile in cui inquietudine e ricerca possono mantenersi in vita malgrado tutto.

Dire grazie e poesia fanno rima.